
SONO FRANCO
Franco uscì dalla tabaccheria di Via Roma, aprì il pacchetto con frenesia, buttò a terra il nylon di rivestimento del pacchetto e la carta che ricopriva le tanto ambite sigarette. Era da due ore che cercava una tabaccheria aperta ed era al limite della crisi di astinenza. Accese una sigaretta aspirandone con avidità il fumo e ripassò a mente la proposta che stava per andare a fare al Sindaco del comune di Sargefrasia:
“Egregio Signor Sindaco, noi della Ecology Agency, vogliamo aiutare il suo comune ad andare incontro alle esigenze e sensibilità dei suoi cittadini: puliremo le strade del suo comune con i nostri macchinari ultramoderni, silenziosi ed ecologici. Daremo un volto nuovo al suo comune: più pulito e più bello! Potrebbe essere il motto del vostro partito, dato che siete prossimi alle votazioni.”
Soddisfatto di sé e del proprio discorsetto, preparato mentalmente per convincere la giunta di Sargefrasia a sborsare i 50.000 euro del contratto annuale “più pulito e più bello”, Franco mise le mani in tasca, faceva un freddo norvegese in quel grigio martedì di dicembre e si ritrovò tra le dita il nylon di un pacchetto di sigarette e la carta copri sigarette. Estrasse distrattamente il tutto, lo buttò per terra con fastidio e rimise le mani in tasca. Caspita! Ancora un pezzetto di nylon ed una carta. Ripeté l’operazione di prima un po’ sorpreso e rimise le mani in tasca. Eh no! Ancora i due maledetti rifiuti!!! Li estrasse lentamente dalla tasca e li guardò, poi si guardò attorno per vedere se c’era qualche burlone in vena di scherzi, guardò per terra senza vedere i rifiuti che credeva di avere gettato a terra poco prima. Mentre era in questo stato di completo smarrimento sentì una voce sibilante vicino all’orecchio: “Sorpreso eh? Incivile!”
- Chi chi chi sei?
- Chichichicchiricchi! Sono il galletto del pulito e tu sei un emerito imbecille!
- Dove sei?
- Sono dentro la tua testa, puoi chiamarmi coscienza, se proprio vuoi darmi un nome.
- E cosa vuoi da me?
- Da te voglio un po’ di civiltà, un po’ di coerenza, un po’ di intelligenza, perbacco!
- Cosa vuoi dire?
- Sei il rappresentante di una ditta che opera per la pulizia del territorio e sei proprio tu che lo sporchi, hai due figli cui lasciare un pianeta … che sarà meno sano e più sporco anche per colpa tua, non hai rispetto per gli abitanti del posto visto che tu stai inzaccherando … devo andare avanti?
- Eh dai, per un pezzetto di plastica …
- Quel pezzetto di plastica, unito ai milioni di altri piccoli e grandi rifiuti gettati fuori dalla sede dedicata, sono la causa del degrado nel quale versa il pianeta, sozzone! Sai quanto pesa un pacchetto di sigarette? Pesa 40 grammi.
- Ora fammi un semplice compito di matematica: quante tonnellate di porcheria butta per terra in un anno un fumatore sozzone che manda in fumo un pacchetto di sigarette al giorno e poi lo butta lungo la strada? Poi moltiplica il risultato per i milioni di fumatori sozzoni che ci sono al mondo! Ecc ecc. Inverti la rotta marinaio, comincia a ragionare e smettila di sporcare, anzi attivati e contribuisci a pulire. Solo così sarai degno di essere chiamato cittadino!
- Ma io … voglio vederti!
La bocca di Franco si spalancò di botto quando il lampione che aveva vicino … si trasformò in un omino tutto rosso con una mascherina nera che lo guardava torvo.
- Eccomi qua, perché vuoi vedermi? Non ti basta quello che ti ho detto?
- Ma ma tu … il … lampione …
- Ma ma ma caro il mio incivile balbuziente, uno dei miei superpoteri, oltre alla telecinesi che hai già sperimentato, è la metamorfosi inorganica, posso trasformarmi in quello che voglio, ma tu, ora che ti ho accontentato, saprai trasformarti in un cittadino retto, corretto e perbene?
- Come ti chiami?
- Mi chiamo Pinzaman, supereroe delle scoasse (immondizie), perché lo vuoi sapere?
- Per sapere chi ringraziare di questa lezione di vita che mi ha illuminato sui miei futuri atteggiamenti, sarò senz’altro più attento e cosciente. Grazie Pinzaman e grazie all’esercito di volontari che senz’altro hai attorno a te!
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Pluto, il cane da rifiuto
E mentre penso a come fare a ritrovare gli incivili che spargono in giro le loro schifezze, guardando la posta appena arrivata … mi ritrovo tra le mani un volantino … sai quelle cose che non succedono mai per caso … ci butto un occhio distrattamente e … EUREKA!!!
Ecco l’idea che aspettavo da tempo!
Era la pubblicità del Centro Cinofilo Canis In Fabula ASD – Addestramento cani di Palermo.
Leggo: oggi, nel mondo esistono più di 400 razze canine, ma questo numero è in continuo aumento, perché aumentano i campi di utilizzo di questo splendido animale, il più antico compagno dell’uomo. I campi nei quali sono utilizzati i cani cosiddetti da assistenza sono molti e vari:
- cane guida che aiuta i ciechi, gli ipovedenti e coloro che hanno problemi di vista.
- Cane da assistenza per persone sorde, o “cane da segnale”, aiutano i sordi e coloro che hanno problemi di udito.
- Cane da assistenza per chi ha problemi di mobilità.
- Cane da allerta medica. (I cani per diabetici sono ormai una realtà consolidata: grazie al loro olfatto, molto più potente di quello umano, i cani guida per diabetici sono in grado di riconoscere le variazioni nel livello di glicemia dell’assistito e avvertire i familiari o chi di competenza tramite appositi segnali fino a salvare in casi estremi la vita del paziente)
- Cane guida per persone con disturbi psichiatrici.
- Il cane da assistenza alla mobilità aiuta il suo portatore ad alzarsi
- Poi c’è il cane da slitta e quello da guardia, il cane da guerra e quello antidroga, il cane da pastore e quello da salvataggio in acqua, il cane da valanga e quello da tartufo … a questo punto della lettura resto come fulminato e mi chiedo : perché Pluto, col suo eccezionale fiuto, non potrebbe essere un cane da rifiuto?
Mi alzo di scatto e chiamo Pluto, il mio cane dal gran fiuto, col solito fischio modulare che ci mette istantaneamente in contatto uditivo e subito dopo visivo.
Avevo sempre decantato le doti olfattive di Pluto: se normalmente un cane ha capacità olfattive 1000 volte superiori agli umani, Pluto doveva averle maggiorate di almeno 2000 volte e me l’aveva dimostrato in diverse occasioni. Pluto era un vero portento e adesso avevo la possibilità di metterlo veramente alla prova.
Da alcune settimane i miei amici ecologisti di Task force, i famosi “raccoglitori di inciviltà altrui”, mi segnalavano l’abbandono di numerosi sacchetti di gratta e vinci in un punto specifico dell’argine del Brenta. A nulla erano valsi alcuni appostamenti messi in atto e non si era riusciti a risalire agli incivili dispersori facendo l’esame dei rifiuti. Quelle centinaia di gratta e vinci (già grattati, naturalmente) misti a poco altro materiale erano un pugno sullo stomaco dei tanti passeggiatori frequentanti quell’area verde bella, tranquilla, pulita … fino a che quegli incivili l’hanno scelta come propria discarica personale.
Accarezzai il mio fedele amico, gli misi il guinzaglio e mi portai fino all’area nella quale erano stati ritrovati già tre volte i maledetti GRATTA e PERDI, come li chiamo sempre io. Mi incamminai lungo l’argine e fatte alcune centinaia di metri … eccoli! Ancora una volta gli incivili avevano lasciato il loro segno. Mi avvicinai e liberai Pluto che si mise a saltellare attorno e ad annusare i reperti sparsi sull’argine scodinzolando a mille.
Io lo incitavo: annusa Pluto, annusa e poi portami da chi ha lasciato qui quella robaccia.
Detto fatto, Pluto smise di annusare e partì a razzo verso l’aperta campagna.
Lo seguii a ruota e mi ritrovai dopo un po’ davanti ad una casupola semidiroccata, sembrava abbandonata da tempo, versavano in stato di abbandono sia le mura che l’aia ma un fumo oltremodo puzzolente, dava il segno che lì qualcuno c’era … ed era anche pericoloso.
L’odore di plastica bruciata mi rendeva difficile respirare apertamente e mentre, mettendomi sul naso un’altra mascherina nel vano tentativo di salvaguardare la mia salute, pensavo all’oltraggio, al delitto di chi inquina l’aria mi si fece avanti un vecchietto dall’aria spaesata. Lui guardava me che guardavo il fuocherello che solo allora avevo scorto seminascosto da un trattore tutto ruggine e semidistrutto con un misto di meraviglia e di paura.
Lo guardai a mia volta con lo sguardo torvo, cupo e minaccioso che mi sopravviene alla vista dei delitti contro la natura e l’uomo. Era un ometto dall’indefinibile età anagrafica ma dalla evidente vecchiaia fisica e mentale, lo sguardo era lattescente e l’espressione del viso gli attribuiva un bel 50% di QI. Era vestito approssimativamente con un vestiario “da lavoro” che evidentemente indossava da qualche settimana o più.
Senza dargli tempo di chiedermi chi ero e cosa ci facevo la a casa sua lo aggredii dicendogli:
“È stata vostra la bella idea di bruciare della plastica?”
“E ‘mbeh? Io e mio fratello lo facciamo sempre da sempre! Ma voi chi siete, cosa fate qui? Che volete da noi? Siete quello delle tasse? Qua non viene mai nessuno se non per chiedere soldi!”
“A proposito di soldi, mi risulta che voi – e intanto usciva dalla casa un altro poveraccio fotocopia dell’ometto con cui stavo parlando – a gettare da settimane numerosi sacchetti pieni di gratta e vinci lungo l’argine del Brenta!”
“Si, si – intervenne quello che, scoprirò più tardi, essere il fratello del mio primo interlocutore – siamo noi.”
“Mi volete spiegare perché?”
Mi rispose il secondo fratello, quello “più intelligente” che mi disse: “Abbiamo saputo che qualche volta i giocatori non controllano con attenzione se hanno vinto o no: Un giorno uno che conosciamo ha trovato un biglietto grattato male, ha controllato meglio ed ha vinto 1000 euro. Noi andiamo al bar di … ci facciamo dare le schede che gli altri buttano nei cestini e controlliamo uno ad uno se c’è qualche vincita … poi buttiamo via tutto!
“Sull’argine del Brenta!”
“Si, ci hanno detto di non bruciarli perché l’inchiostro bruciato è velenoso! Allora li buttiamo via.”
“Ma non vengono a ritirare le immondizie qui da voi?”
“No, le abbiamo detto che qua non viene mai nessuno. In comune non sanno nemmeno che esistiamo noi, e neanche quelli delle immondizie, e neanche il dottore …”
Misi in funzione allora uno dei superpoteri che uso molto poco, ma qua mi sembrava proprio il caso: il VISUALFILM.
“Guardate qui.” Dissi a i due fratelli, e davanti ai loro occhi apparve uno schermo bianco dove si proiettavano delle immagini che catturarono immediatamente la loro attenzione. Vi era evidenziato l’effetto disastroso delle loro cattive azioni anti igieniche: quanti cittadini, soprattutto bambini, sarebbero andati incontro ad ammalarsi di tumore ed altre malattie a causa dalle esalazioni della plastica bruciata. E poi un argine invaso dalle loro cartacce nei mesi ed anni di reiterazione del loro ignorante abbandono, se i volontari di Brenta Sicuro non avessero provveduto alla pulizia …
Il film che vedevano li fece piangere, si guardarono e mi guardarono con occhi nuovi, mi chiesero scusa e promisero che mai più mai più avrebbero fatto quello che avevano fatto finora, ed io, dopo aver loro regalato i bidoni per la raccolta differenziata spiegandone con cura l’uso, promisi che avrei provveduto a far arrivare il servizio di raccolta rifiuti anche da loro ed avrei attivato un servizio che si prendessero cura di loro.
Mi ringraziarono con commozione pregandomi di chiedere scusa ai concittadini delle loro maldestre azioni passate e promettendomi, alla luce della nuova sensibilità, di aiutare da li in avanti i volontari di Brenta Sicuro a pulire e difendere il territorio che ora, finalmente, era anche terra loro.
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PINZAMAN E GLI INERTI
A volte, stanco di usare la supervelocità e/o il teletrasporto per muovermi, ed anche per indagare e condividere con gli altri esseri umani i loro momenti di vita comune, salgo sull’autobus e, pagato regolarmente il biglietto, faccio il giro della città. Padova è bellissima ed ora il suo valore storico ed artistico è anche riconosciuto a livello mondiale. Padova è stata nominata Urbs Picta (in latino significa città dipinta) significa che finalmente è stata accolta nella lista del patrimonio mondiale Unesco! Io, e più in generale i padovani, ne coglievamo lo straordinario valore da tempo ma vederla riconosciuta da un’istituzione internazionale prestigiosa fa indubbiamente piacere. Giotto, la Cappella degli Scrovegni e i cicli pittorici del Trecento distribuiti in modo diffuso nel centro storico, sono stati inseriti nella lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO ed il tutto è motivo di gioia, soddisfazione ed orgoglio. Detto ciò …dicevo, ero in autobus e mentre osservavo lieto dai finestrini la mia bella città, mi accingevo ad esercitare uno dei miei superpoteri: la comprensione di tutte le lingue. Mi siedo dietro a due signori che stanno parlando una lingua sconosciuta e attivo il superpotere: caspità! Senza volere ho ascoltato una conversazione che mi ha raggelato il sangue nelle vene: Igor, il nome del primo operaio (una tuta da lavoro con evidenti tracce di colore, un imbianchino o simile) sta dicendo a Giorgio (così scopro chiamarsi il collega): “Allora d’accordo, finito il lavoro porteremo i resti lungo la strada che porta al canale Schia ad Arzergrande.”
“Ma la strada terrà il nostro camioncino?”
“Tranquillo, ci sono stato l’altro giorno in avanscoperta. La strada ha un solido fondo sterrato, non ci sono case, non c’è molta gente in giro e, soprattutto, non ci sono telecamere. Siamo al sicuro!”
“Se lo dici tu! Io temo che una volta o l’altra ci beccano a fare sta stupidaggine e allora …”
“E allora … cosa? Ci danno 300 € di multa si e no! D’altra parte non abbiamo scelta: primo chi ci commissiona il lavoro (rigorosamente in nero perché non siamo una società regolarmente iscritta) non vuole sapere niente di come lavoriamo in sicurezza o meno né di come smaltiremo i rifiuti! Gli basta spendere poco. Secondo: all’ecocentro non possiamo andare a portare il materiale perché siamo in affitto in nero (anche là) per cui non abbiamo bollette pagate e non ci è concesso smaltire i nostri rifiuti. Terzo: non possiamo permetterci di pagare il privato che li riceverebbe perché i committenti sono talmente tirchi che ci paghiamo appena il materiale per il lavoro e poco altro. Renditi conto, Giorgio, che noi siamo dei fantasmi, non esistiamo per l’ufficio tributi, né per il comune, né per nessun altro settore della società. Non ci resta che “arrangiarsi” come sento dire tanto spesso da quando sono in Italia a lavorare.”
“Scusate se mi intrometto nei vostri discorsi, “SIGNORI”! – intervengo allora io – casualmente ho ascoltato quello che vi dicevate e … NON SONO D’ACCORDO! Ogni ambiente e gli uomini che ci vivono vanno rispettati. No vi permetterò di procedere nel vostro delittuoso progetto!”
“Ma chi sei tu? Cosa vuoi da noi?”
“Sono Pinzaman, super eroe delle scoasse e vi proibisco di continuare nel vostro progetto?”
“E che potere hai? Cosa sei un poliziotto? Lasciaci stare!”
Ho un potere che adesso metto in gioco: visto che non volete, e forse neanche potete, cambiare idea, metterò in funzione il mio cambiapensiero. Entrerò nelle vostre menti e le modificherò. Ma non vi lascio soli, vi aiuterò anche a regolarizzarvi, vi aiuterò ad acquisire la dignità di lavoratori che fanno dei lavori e sono giustamente pagati. E tutto alla luce del sole! VI VA?”
Si vide un flash, Igor e Giorgio sentirono una fitta alle tempie, un attimo intenso e doloroso ma che passò subitamente. Si guardarono, guardarono Pinzaman e … “OK – dissero in coro – se lo dici tu! Noi ci stiamo, ci conviene alla fine, lavorare in serenità.
Grazie Pinzaman!”
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