Udine 23 Dicembre 2022
Casa della Contadinanza – Alberto Felice De Toni Sindaco
Decalogo per la candidatura a Sindaco della Città di Udine
Bentrovate/i a tutti/e Ringraziamenti.
Grazie a Simona Rivetta e a tutto lo staff di Unidea che ha organizzato questa conferenza stampa in tempi molto stretti e vicini alle festività natalizie. •
Desidero ringraziare in particolar modo i cittadini, i movimenti civici, le associazioni e le forze politiche che hanno deciso di sostenermi in questa candidatura.
1. Una candidatura civica di scopo •
La mia intende essere una candidatura di scopo, ovvero quello del rilancio di Udine e del Friuli •
Il claim è semplice: il Friuli riparte da Udine
È una candidatura civica, basata su una larga convergenza di forze oggi qui rappresentate.
➢ Liste civiche e autonomistiche tra cui 1. Progetto Innovare (Federico Pirone) 2. Siamo Udine (Lorenzo Patti) 3. Patto per l’Autonomia (Stefania Garlatti-Costa) ➢ Partiti nazionali e regionali tra cui: Il Terzo Polo – Italia sul Serio o Italia Viva (Andrea Zini), Azione (Nicola Turello), Il Partito Democratico (Alessandro Venanzi), Cittadini per il Presidente (Michela Del Piero), PSI (Andrea Castiglione).
➢ Gruppi politici e associazioni culturali della città tra cui Costruire Futuro (Daniela Vismara), Coesis (Alessandro Tesolat), Verdi e Sinistra
L’alleanza di questi 10 soggetti, che qui mi onoro di rappresentare, e che potremmo denominare – Coalizione per Udine e per il Friuli – è quindi composta da tre diverse classi di forze politiche:
• liste civiche e autonomistiche;
• il centro liberal-democratico-riformista (Terzo Polo);
• il centro-sinistra (Partito Democratico – PSI)
È una coalizione a tridente che rappresenta l’attuale stato dell’arte della convergenza fin qui realizzata. Ma che è aperta al contributo di tutte le altre forze che non si riconoscono nella maggioranza del sindaco uscente prof. Pietro Fontanini. Non poniamo veti di natura ideologica sulla composizione della coalizione che quindi è aperta a quanti vorranno convergere sulla base della costruzione del programma.
2 2. La costruzione partecipata del programma.
Il programma verrà definito in una decina di incontri pubblici a tema da fare i sabati da Gennaio fino a metà Marzo per arrivare pronti all’appuntamento elettorale di Aprile o Maggio, con tavole rotonde, animatori e rapporter. C’è la necessità di un dialogo con il maggior numero di soggetti, consapevoli però che gli interlocutori privilegiati saranno i cittadini. I temi andranno affrontati pragmaticamente senza ideologie o preconcetti, ascoltando e interpretando al meglio quello che i cittadini chiedono. La costruzione del programma sarà l’occasione per l’ascolto, l’interazione e il massimo coinvolgimento di cittadini, gruppi e associazioni culturali, artistiche, sociali, sportive, ricreative, ambientali, le categorie economiche, il mondo cooperativo, i soggetti del terzo settore, i sindacati, le scuole, l’Università, l’ITS ecc.
Gli incontri saranno organizzati in diversi quartieri di Udine come segno dell’attenzione nei loro confronti. L’obiettivo è quello di sviluppare un progetto di ampio respiro sul ruolo di Udine in Friuli, in Regione e, perché no, anche in Europa, ma coniugandolo con i bisogni quotidiani dei cittadini che sono legati ai servizi (es trasporti, nidi, scuole, rifiuti), al decoro e pulizia della città, alla sicurezza ecc.
3. Una candidatura emersa dal basso.
È un primo valore aggiunto. La candidatura a Sindaco nasce dal basso in forma autonoma e libera con la spinta/adesione di singoli cittadini, del mondo associativo, di liste civiche e dei partiti tradizionali, senza alcun condizionamento a livelli della politica regionale o nazionale, della serie “No Visitors”. Un’esperienza che si sta trasformando in un laboratorio originale, tuttora in divenire, dove le adesioni trovano il loro collante nel merito e nei contenuti e non sono ascrivibili a perimetri politici precostituiti, andando oltre le mura di un bipolarismo che in Italia non è decollato e che è stato superato anche nelle ultime elezioni politiche. Il mix che si sta formando è quello di una forte connotazione civica, con il fondamentale apporto di partiti tradizionali e di nuove forze politiche: è la risposta più completa che si possa dare alla complessità socio economica che abbiamo di fronte e che permette anche alla vasta area del non voto di riconoscersi in un progetto per la Città. La Città prima di tutto, i bisogni, le paure, le prospettive dei suoi cittadini e la sensibilità politica con cui sapremo affrontare la sfida per un futuro migliore sono il nostro perimetro ideale in cui vogliamo che tutti i cittadini si possano riconoscere.
Il Censis ha definito nel suo Rapporto Annuale con il termine “malinconia” lo stato d’animo degli italiani fiaccati dalle continue emergenze cui sono sottoposti: non si ribellano, non sono ottimisti, sono decisamente disincantati. Quello che hanno in serbo è “la speranza” e noi con ascolto, visione e tanto impegno all’interno di una ampia Coalizione per Udine e per il Friuli faremo in modo di contribuire perché ciò si avveri. Ribadisco: la mia candidatura nasce dal basso, nasce da Udine e per Udine e vuole crescere con Udine: sarò sindaco di tutti i cittadini, anche di coloro che non voteranno e non mi voteranno.
4. Una candidatura che nasce dalla gratitudine per Udine e per il Friuli.
La candidatura a Sindaco nasce dalla gratitudine che devo a Udine ed al Friuli per tutto ciò che hanno saputo darmi in questa quasi quarantennale esperienza di vita vissuta. È con una profonda convinzione che intendo mettere a disposizione di Udine e del territorio friulano la passione, l’esperienza, e le competenze acquisite nella guida di realtà complesse come l’Università di Udine prima e la rete delle Università Italiane poi. Ho imparato molto dalle ragioni profonde che hanno portato alla nascita dell’Ateneo friulano. Non serve certo ricordare come è nata l’Università, da un grande movimento popolare dopo il terremoto e su quali basi poggiano le ragioni profonde della sua nascita: contribuire al progresso civile, sociale e alla rinascita economica del Friuli e di diventare organico strumento di sviluppo e di rinnovamento dei filoni originali della cultura, della lingua, delle tradizioni e della storia del Friuli (art. 1 dello statuto). Con questo spirito e in questa prospettiva ho lanciato a suo tempo “Cantiere Friuli”, un progetto dell’Università attraverso il quale l’ateneo intende assumere su di sé il compito propulsivo e di coordinamento di attività di analisi, di ricerca e di proposta, con lo scopo di accompagnare il governo delle trasformazioni socio-economiche in atto. Una candidatura quindi figlia di questo percorso che non vedrà un uomo solo al comando, ma anzi che intende far parte di una squadra coesa, forte e competente per attuare un’azione politicoamministrativa partecipata.
5. Interpretazione del ruolo del sindaco: da conduttore a costruttore
Intendo interpretare il ruolo del sindaco non tanto come un conduttore alla meta, quanto piuttosto come un costruttore di contesti, un facilitatore, per fare in modo che tutti i soggetti economici, sociali, culturali e politici del territorio possano esprimersi al meglio. Dobbiamo fare appello all’intelligenza distribuita del territorio, ingaggiarla, motivarla e mobilitarla per il bene comune. Dobbiamo essere dei reattori, per far scattare delle reazioni di trasformazione culturale, economica e sociale a partire dalle vocazioni e dalle tradizioni territoriali. La cosa fondamentale è riaccendere la fiducia e l’orgoglio del sentirsi parte di un territorio. E innescare circoli virtuosi di motivazione, partecipazione, impegno e produzione economico-sociale.
6. Udine capitale del Friuli Vorrei che Udine tornasse ad essere la capitale del Friuli.
Ma non lo dico io, è la vocazione e la storia della città a dirlo. Capitale non vuol dire (se non per alcuni) capitale dello Stato friulano, ma “caput” cioè testa che pensa al Friuli, al suo beneficio. Non è mia intenzione proporre un Friuli regione Udine centrica; tuttavia sento che oggi c’è bisogno che l’identità friulana si faccia moderna riuscendo a essere sede di un disegno condiviso per tutto il territorio friulano.
Meglio, per i territori friulani, dalla montagna al mare.
Dobbiamo valorizzare l’ingenium originale del popolo friulano e innescare la fiamma del Risorgimento di un Friuli con Udine capitale e non solo capoluogo. Per riuscirsi bisogna essere inclusivi e creare contesti in modo tale che anche gli altri territori vedano e sentano Udine come un polo attrattore capace di creare valore sostenibile economico, sociale e politico in una logica di vantaggio comune.
7. Udine città Mitteleuropea Penso a una città più europea.
Nel Friuli si parla italiano, friulano, sloveno e tedesco: chi più di noi può essere più europeo? Con l’università nel 2017 ho organizzato il G7 University portando per un giorno l’ateneo friulano nel tetto del mondo con decine di università provenienti da Stati Uniti, Canada, Giappone, Regno Unito Francia, Germania e Italia.
Perchè non riprovarci con la città di Udine?
Diamo una chance a Udine e al Friuli.
8. Alcuni temi su cui confrontarsi con i cittadini Sicurezza e immigrazione
Borgo stazione
• La sicurezza anche nel recente sondaggio è al primo posto nelle preoccupazioni delle persone.
• Se dopo cinque anni di amministrazione la Giunta ha chiesto l’intervento dell’esercito significa che il problema non è stato risolto. Anzi. L’esercito si chiama in stato di guerra, noi invece vorremmo la pace.
• Si deve lavorare a un piano articolato su Borgo Stazione
➢ Attivare un comitato di quartiere, consultivo per l’amministrazione comunale, con rappresentanze di udinesi e migranti, utile per dare maggiore protagonismo a chi ci abita e attivare un dialogo “fra le parti”
➢ Mantenere un presidio di polizia urbana nel quartiere, con compiti anche di verifica del rispetto delle norme di legge da parte di tutti gli esercenti attività commerciali;
➢ Sostenere l’insediamento nel quartiere di attività creative, uffici professionali, attività culturali
➢ Organizzare eventi periodici per riportare gli udinesi a vivere il quartiere ➢ Censire gli appartamenti sfitti per sostenere in parte il recupero e destinarli, a cura dei proprietari, agli studenti
➢ Insediare qualche ufficio comunale nel quartiere
➢ Migliorare l’illuminazione
➢ …. Raccolta Rifiuti La raccolta porta a porta ha un’indubbia efficacia ambientale di cui va tenuto conto. Ma è necessario ridurre gli oneri a carico dei cittadini soprattutto in alcune zone ad alta densità abitativa. Le isole ecologiche sono una buona idea, servono dei correttivi per risolvere le criticità. Ciò che è mancato è l’ascolto.
Rivisitazione della Città dal punto di vista urbanistico Qui le cose da fare non mancano: Safau, Odeon, Caserme ecc. L’obiettivo è trasformarli in poli per nuovi servizi e per nuove opportunità.
Rivitalizzazione dei quartieri Attenzione ai piccoli grandi problemi delle persone (ad esempio attività commerciali di prossimità) che sono rimaste inascoltate nei quartieri: Udine non è solo il centro storico, è una pluralità di comunità. I quartieri devono essere centrali e la politica cittadina deve rappresentarli e coinvolgerli, l’azione di governo deve nutrirsi del dialogo e dell’ascolto che useremo fin dalla costruzione del programma.
Welfare
Azioni di carattere sociale che affrontino i temi dell’impoverimento (prima il Covid e adesso il caro bollette), della solitudine, paure, disagi ed incertezze sia degli anziani sia dei giovani anche come effetto postpandemico.
a. lavoro di equipe tra comune e distretto sanitario
b. potenziamento della prevenzione
c. nuove progettualità legate al co-housing
d. …. Trasporti, energia e verde:
a) potenziamento del servizio di trasporto pubblico e riduzione dell’auto privata,
b) rete migliore delle ciclabili;
c) efficienza energetica degli edifici pubblici;
d) miglioramento delle aree verdi dal punto di vista dei giochi, delle attrezzature; e. problema dell’isolamento ferroviario di Udine; Ciclabili “Respira sei in Trentino” dice una famosa pubblicità promozionale del turismo in Trentino. Ne immagino un’altra: “Pedala, sei in Friuli”. Ciclabili cercasi.
9. Possibili progetti di qualificazione e sviluppo della città
• Friuli Doc deve evolversi in Friuli Unidoc: coinvolgere le università italiane ed europee facendo diventare Udine una capitale europea dell’agro-alimentare: dal prosciutto San Daniele, fino ai bianchi del Collio, passando per Ein Prosit ecc.
• Mandi Casa può essere il progetto dell’abitare da collocare in Fiera: in Friuli esiste una tradizione costruttiva delle case esemplare, produciamo mobili, elettrodomestici e vasche di idromassaggio per tutto il mondo: possiamo proporci al mondo come piattaforma distintiva dell’abitare.
• l’Ospedale Misercordia di Udine è il più grande della regione: negli Stati Uniti la salute è uno dei driver più importanti di sviluppo economico e sociale. Motivo in più per farne un asset della città. Oggi la situazione di difficoltà mi preoccupa perchè i cittadini vivono lunghe liste di attesa, disagi ecc.
• Il calcio con l’Udinese, il basket con la Old Wild West ecc. possono essere il punto di partenza per politiche di sviluppo dello sport dilettantistico giovanile in città. Su questo possiamo e dobbiamo lavorare con iniziative che riguardano anche gli altri sport.
10. Un progetto per la conoscenza come motore di equità e di sviluppo
La qualità della vita in città si pone a un discreto livello in generale, ma per tante persone non è così: esistono disuguaglianze tra le persone e tra aree territoriali sul piano dell’accesso ai servizi, alla mobilità, al welfare, alle condizioni di vita rispetto al lavoro o all’abitazione, sulle quali dovremo agire. Uno dei temi centrali rispetto alla qualità della vita è la conoscenza.
• La conoscenza è valore in potenza, il valore è conoscenza in atto.
• La vera ridistribuzione della ricchezza avviene tramite la redistribuzione dei saperi. L’equità economica è basata sull’equità cognitiva.
A Udine abbiamo fior di scuole primarie, secondarie e superiori: dallo Stellini al Marinelli, dal Maligani all’Uccellis dal Ceconi al Bearzi. Per non parlare dell’Università fino agli asili nido. È possibile, secondo me, realizzare un sistema formativo, dall’asilo nido all’università, al sistema culturale, ai musei, che consenta di far crescere le opportunità e il livello della propria consapevole partecipazione alla vita democratica. Occorre prevenire le disuguaglianze che sono cresciute anche in città, occorre agire per ridurre il disagio educativo: agire sull’acquisizione dei saperi può contribuirvi in modo determinante. E bisogna farlo a partire dall’inizio, dai nidi alle scuole dell’infanzia, fino all’università. E non si tratta solo di luoghi, ma di far diventare protagonisti di questa lotta alle disuguaglianze tutti gli operatori, tutti gli insegnanti.
Conclusioni Udine e il Friuli si sono impoveriti, sono meno attrattivi e poco inclusivi. Abbiamo bisogno di un programma sorretto da una visione che restituisca alla città la sua funzione e il suo ruolo oggi indubbiamente marginali nel contesto regionale. Udine può diventare un grande laboratorio per la qualità della vita delle persone, ha la capacità e le risorse per farlo. Il comune può essere un comune innovatore. Il comune può diventare una agenzia di innovazione civile, sociale ed economica.
Insieme possiamo farlo. Le persone fanno la differenza.